Che ne sarà dell’area abbandonata dei Gasometri della Bovisa? Detta “La Goccia“ per la caratteristica forma che la contraddistingue, racchiusa dai tracciati ferroviari che la circondano completamente, è in realtà una vera e propria wilderness urbana, conta 42 ettari di bosco spontaneo con 2500 alberi di alto fusto.
Nel 1906 fu individuata per ospitare attività industriali relative soprattutto alla produzione di gas di città, utile all’illuminazione. Nel 1969 cessò l’attività di distillazione del carbone per essere sostituita dai nuovi combustibili. E nel 1994 l’area fu dismessa definitivamente. Nel 2000 il Politecnico acquistò dal Comune 91.037 metri quadrati con diritti edificatori per 180.000 metri quadrati per 24 miliardi e mezzo di lire. Nel 1997 l’accordo di programma subì uno stop per gli alti costi di bonifica. Solo nel 2013 il Comune è riuscito a far declassare il sito di interesse nazionale a regionale, avviando così il percorso di bonifica, fermo da 12 anni.
Buona parte della goccia, la parte inferiore, è già stata densamente edificata ed ha un aspetto desertico e desolato, nonostante la presenza dell’Istituto Di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e della sezione di Ingegneria Industriale del Politecnico.
Dai dati emersi i terreni nascondono metalli pesanti, arsenico, cadmio, piombo, e idrocarburi, sostanze volatili e non, tutte cancerogene, mutagene e tossiche, in alte concentrazioni. Da quattro pozzi sono stati estratti più di 35 tonnellate di inquinanti, metà contenevano benzene.
Oggi questa zona è abitata abusivamente da numerosi senzatetto.
Speriamo si arrivi ad un accordo per la bonifica dell’area affinché questa parte di Milano possa tornare a vivere.