Come corvi sui tetti osservano la città da ogni cima, indiscretamente salgono ovunque vogliano andare, in completa libertà. È la storia di 5 roofers italiani, di Milano. Non cercano glorie, né riconoscimenti. Hanno un’etica, anche se consapevoli che quello che fanno è illegale…
Quello che sorprende è la loro costante ricerca di nuove sfide: per gli hacker è quello di riuscire a raggirare il sistema per la sola soddisfazione di esserci riusciti, per i roofers l’emozione è di essere soli, su un tetto, ad osservare la città dove nessun altro riuscirebbe ad accedere…
Come fanno? Astuzia, conoscenza dei luoghi, dei labirinti sotterranei, agilità nel muoversi, anni di preparazione atletica di parkour, che è una disciplina metropolitana che consiste nell’eseguire un percorso, superando qualsiasi genere di ostacolo con la maggior efficienza, velocità e semplicità di movimento possibile.
È doveroso precisare che non tutti i tracciatori salgono sui grattacieli, ma chi sale sui grattacieli ha bisogno comunque di una disciplina sportiva avanzata che può essere il parkour.
Da oggi hanno collezionato più di 45 panoramiche illegali nella città di Milano: queste immagini inedite ve le pubblichiamo oggi per la prima volta in esclusiva.
Di seguito l’intervista esclusiva a mc.complex, uno dei 5 roofers, a cui abbiamo fatto alcune domande in modo del tutto anonimo via tempr.email (email temporanee usa e getta).
Ci spieghi brevemente in cosa consiste questa disciplina?
Il roofing consiste nel cercare tetti emozionanti, con una bella vista o struttura, cercando un modo per arrivarci senza essere notati. Più il palazzo è controllato più è difficile accedervi.
Quali sono le motivazioni che ti spingono a salire illegalmente sui tetti?
Personalmente io salgo illegalmente sui tetti perché è una cosa che mi fa sentire bene e a mio agio (dipende dai posti). È anche un modo di “protesta in incognito” alla società attuale, cercando di distaccarsi da convenzioni e chiusure mentali. Credo che trovando “un’altra via” oltre a quella che la gente definisce “normalità” si possa vivere a pieno e avere ricordi di avventure, senza rimpianti in futuro.
Che emozioni provi ogni volta che conquisti un tetto?
Ogni tetto è diverso e regala emozioni diverse, il posto può essere vissuto con tranquillità oppure ci si deve imporre un limite di tempo, dato che certi posti non sono sempre accessibili e bisogna spesso cogliere l’occasione giusta. In generale mi sento rilassato e attivo allo stesso tempo e dimentico la mia solita vita concentrandomi solo sul posto in cui mi trovo.
Quale è stato il tuo primo tetto conquistato?
Il mio primo tetto non me lo ricordo, credo fosse qualche cantiere di pochi metri fatto a caso.. ricordo solo la mia prima gru e ricordo che iniziai senza rendermene conto, provando a salire in posti abbandonati o potenzialmente pericolosi.
Quali sono i tuoi Roofers di riferimento?
Non ho roofers di riferimento anche se ne stimo tantissimi. Sto particolarmente attento ai miei amici e il mio riferimento sono anche loro.
Quali città ti affascinano di più oltre Milano?
Ce ne sono troppe e probabilmente non le conosco tutte: Shanghai, Bangkok, Dubai, New York, Londra ecc.. mi affascinano molto anche i luoghi esotici con bei paesaggi.
È l’altezza più alta la più grande conquista o è il modo in cui la si raggiunge?
Nessuno dei due, non credo si possano fare classifiche oggettive perché ognuno può preferire cose diverse e avere emozioni diverse. Sicuramente l’altezza è un fattore che incide sull’atmosfera e la tranquillità, mentre il modo incide sul tempo a disposizione e l’adrenalina. Il traguardo è la sensazione complessiva e l’avere dei ricordi che ne siano testimoni.
Appartenendo a Milano Panoramica, ammettiamo il nostro fascino per questo tipo di disciplina e azzardiamo un auspicio di una possibile visione più aperta verso questo tipo di attività, diffuso ormai in tutto il mondo da decenni.
Per sostenere questa tesi, vorremmo mostrarvi un episodio molto particolare: durante i restauri della Torre Breda, nel 2008, un gruppo di roofers olandesi si è recato appositamente a Milano per scalare il punto più alto della torre. Probabilmente sono stati gli unici a vedere il famosissimo attico del grattacielo per eccellenza.
Il racconto dell’avventura è sul loro blog: “The Pisani 2 is the second tallest building in Milan. Scaffolding littered the fascia of the building, It would have been practically rude not to right? A spur of the moment decision found my sore feet dragging me into the building’s underground carpark. Vivo, Sam and Frainey behind me followed, half asleep as I was. We entered the first lift and up we went 20 floors. The building was easy to get lost in. There were many staircases, client lifts and goods/freight lifts. We took two more different lifts and proceeded to the top via swirling art deco staircases. The very top door was locked, fuck. We descended 5 floors before making a cheeky exit via a window onto the scaffolding.
As we headed through the tinfoil-like trapdoors on the scaffold, we soon emerged at the very top, fully being able to appreciate the view without the sepia toned pigeon netting… Holy wastegash, forget the view,there’s a fucking garden on here! A garden with plush grass, marble statues and benches were displayed in a geometric array. A small oval shaped building stood in the middle,
with various antenna emerging from its utmost point. We photographed and enjoyed the view for a mere 4 minutes, until an Italian woman appeared, evidently pissed that four english pig-dogs were standing in her garden. A swift exit down the scaffolding and into the building was made. The cops in their Alpha Romeos didn’t bat an eyelid as we ran out of the foyer laughing!“
Un’altra testimonianza c’è stata durante i lavori per la realizzazione della Torre Hadid, dove 2 ragazzi si sono lanciati addirittura con un paracadute da uno degli ultimi piani del grattacielo: anche in questo caso gli autori del gesto erano paracadutisti professionisti, quindi non i primi sprovveduti passati da quelle parti…
Saltano di notte dalla torre Generali
Saltano di notte dalla torre Generali: la pericolosa (e illegale) impresa di due base jumper – Dopo un adrenalinico volo da 145 metri di altezza sono atterrati senza problemi #milano #milanopanoramica #citylife #basejump #fullmoon #145m #tonflyhelmet #humanflightofficial
Pubblicato da Milano Panoramica su lunedì 5 settembre 2016
Un’ultima riflessione riguarda ciò che si dovrebbe mettere in atto per avere un’autorizzazione legale per svolgere queste imprese: è difficile pensare che ci possa essere un ente che possa mettere una firma e quindi prendersi la responsabilità di rendere legittima un’impresa di questo genere, chissà quanta burocrazia si dovrebbe produrre, davvero arduo valutarlo…
Resta il fatto che l’emozione che possa regalare un’esperienza del genere non la si potrà mai percepire da un articolo e 4 fotografie. Solo chi lo fa sente quel brivido, quel rischio che li fa sentire vivi.
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